Arianna Virgolino mostra i polsi con il tatuaggio ormai cancellato

Arianna Virgolino mostra i polsi con il tatuaggio ormai cancellato
Strano: a guardarsi in giro è pieno di agenti completamente tatuati. Anche perché, dice Arianna Virgolino, “non è, e non può essere, un tatuaggio a compromettere l’operato dell’agente o il decoro della divisa. Un tatuaggio non può stabilire se una persona potrà diventare un eccellente operatore di polizia o potrà fare bene il suo lavoro”.
Il tatuaggio di Arianna Virgolino (a destra), a sinistra dopo l’intervento per cancellarlo: oggi non si vede più
E’ stata una sentenza del Consiglio di Stato, del 2020, a decidere che il ricorso presentato dal Viminale andasse accolto. E che l’agente era un “nocumento all’immagne della polizia di Stato”. Ora la questura di Verona (abita a Castelnuovo del Garda) le ha notificato la “Lode” per avere sedato il 16 ottobre 2019 una violenta rissa a Casalpusterlengo, vicino a Lodi, dopo aver indossato la divisa da appena due mesi. Insomma, un doppio messaggio che ha lasciato la ormai ex agente di stucco.
L'encomio conferito ad Arianna Virgolno dal ministero dell'Interno

L’encomio conferito ad Arianna Virgolno dal ministero dell’Interno

Per argomentare la sua petizione su Change.org, la ex poliziotta spiega anche come “risulta discriminatorio per le donne che intendono accedere ai ruoli della polizia di Stato, se presentano tatuaggi sugli arti inferiori (divisa ordinaria femminile – gonna), sono penalizzate e dichiarate non idonee al contrario degli uomini che possono tranquillamente possederli poiché coperti dal pantalone presente in ogni divisa”. Argomenta anche che la norma “dovrebbe essere abolita perché il tatuaggio viene considerato un ‘danno all’immagine della polizia di Stato’”, ma, si domanda, “come può un residuo di rimozione di un tatuaggio ledere l’immagine della polizia di Stato, dal momento che diversi appartenenti presentano svariati tatuaggi scoperti dall’uniforme estiva e invernale?”.

E ancora: “Durante gli accertamenti medici, anche il personale sanitario della Polizia è sfornito di linee guida a livello centrale cosicché l’idoneità o meno è oggetto di interpretazione: a volte sono stati sospesi gli accertamenti in attesa della rimozione completa purché effettuata nei termini concorsuali, altre volte un residuo di rimozione di tatuaggio in zona scoperta non è stato oggetto di esclusione mentre altre volte sì”.

Infine la norma “dovrebbe essere abolita perché il tatuaggio ormai è attualità e non più stigma di criminalità come veniva considerato tempo fa”. Una “normativa obsoleta in quanto l’Italia è l’unico Paese al mondo a mantenere ancora questo tabù sulla base del quale priva del posto di lavoro vincitori di un concorso pubblico. Un Paese che desidera stare al passo con gli altri Paesi Europei, dovrebbe quantomeno uniformarsi”.

A cura di Repubblica

Comm. Giuseppe Pino