SUPU Pensioni privilegiate: FESI 2023 Polizia Penitenziaria, tutto da rifare: chieste più risorse e maggiori tutele

FESI 2023 Polizia Penitenziaria, tutto da rifare: chieste più risorse e maggiori tutele

FESI 2023 Polizia Penitenziaria, tutto da rifare: chieste più risorse e maggiori tutele

Il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali 2023 della Polizia Penitenziaria manca di alcuni punti fondamentali. Vediamo quali.

La prima riunione, concordata all’atto della stipula pre-intesa sull’accordo per il 2022 per la sottoscrizione del FESI 2023 si è conclusa con una fumata nera. Lo ha reso noto la sigla sindacale UILPA PP (Unione Italiana Lavoratori Pubblica Amministrazione Polizia Penitenziaria) che ha preso parte alla riunione.

La sigla sindacale, in una nota stampa, ha evidenziato come l’Amministrazione abbia riproposto lo stesso schema dell’anno scorso, fatta eccezione per qualche ipotesi di modifica ritenuta “assolutamente peggiorativa”.

La tendenza unanime, già da qualche tempo, era quella di giungere ad una revisione complessiva dell’impianto dell’Accordo, che non risponde più a quelle che sono le (mutate) esigenze operative del comparto e al contesto storico nel quale viviamo.

L’ipotesi di accordo proposta dall’Amministrazione non contempla, sottolinea UILPA PP, i nuovi compiti istituzionali di cui è investito il Corpo di Polizia Penitenziaria per via legislativa. Tra le nuove funzioni figurano:

  •  Esecuzione penale esterna e negli uffici giudiziari;
  •  Anche quelle espletate in attività amministrative di supporto e direttamente connesse ai servizi d’istituto.https://www.facebook.com/generaleantonio.pappalardo

FESI 2023 Polizia Penitenziaria: cosa non funziona

Tra le ipotesi di modifica dell’Accordo proposte dall’Amministrazione, e ritenute peggiorative, la IULPA PP cita quella di sostituire il superbonus con un incentivo di importo fino a 500 euro da destinare a coloro che, impiegati nei compiti già definiti per le fattispecie di cui alla lettera “A1”, viene riconosciuto il giudizio complessivo di 30+2.

Se l’Amministrazione ritiene che i giudizi complessivi definiscano con equilibrio e imparzialità il merito, “per quale oscura ragione un 30+2 in A1 dovrebbe valere più di un 30+2 in A2?”.

Ipotizzando una sanzione disciplinare minima quale può essere la censura, questa sarebbe ostativa al conseguimento del “+2”, con la conseguenza che “arriverebbe a costare molto più della pena pecuniaria e quasi quanto la sospensione per un mese!”.

FESI 2023 Polizia Penitenziaria: cosa serve

La UILPA PP ha ribadito la necessità che l’Amministrazione solleciti il governo affinché stanzi risorse economiche aggiuntive per rifinanziare il FESI della Polizia Penitenziaria il cui importo complessivo, per via del metodo di ripartizione utilizzato,

“risulta assolutamente sottodimensionato rispetto alle altre Forze di Polizia (il FESI disponibile pro-capite per gli appartenenti alla PolPen ammonta a meno della metà di quello godibile dagli operatori della Polizia di Stato e, ancora di meno, se paragonato a quello attribuito agli appartenenti alla Guardia di Finanza)”.

Un’operazione simile è stata realizzata con il finanziamento dell’indennità di comando in favore dell’Arma dei Carabinieri, con la UILPA PP che ha chiesto un approfondimento affinché venga riconosciuto tale indennità anche alla PolPen.

FESI 2023 Polizia Penitenziaria: le richieste della UILPA PP

La sigla sindacale ha auspicato una revisione dell’architettura dell’Accordo, mediante in potenziamento di:

  •  Contrattazione decentrata nell’ambito della quale, secondo le situazioni organizzative e operative di ogni sede, dovrebbe concretizzarsi la valorizzazione delle fasce (A1, A2) e per diversi i turni di servizio (antimeridiano, pomeridiano, serale, notturno).

Inoltre, in una situazione di emergenza nella quale la Polizia Penitenziaria vive e opera, con 18mila unità mancanti, non vi è sempre la possibilità di attuare una netta distinzione tra coloro i quali sono impiegati nelle fattispecie A1 e A2, così come la diversa gravosità dei turni di servizi non è sempre omogenea.

Per queste ragioni, la UILPA PP ha messo stilato quelle che sono le priorità da mettere in atto per quanto riguarda il FESI 2023:

  •  Reingegnerizzare complessivamente il testo dell’Accordo anche in considerazione delle trasformazioni che hanno investito le Amministrazioni e il Corpo, per di più con l’ampliamento dei compiti istituzionali (FESI = Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali), con particolare riguardo per la valorizzazione dei servizi più gravosi e che comportano maggiori rischi e sacrificio;
  •  Semplificarlo e renderlo più snello e facilmente comprensibile e interpretabile;
  •  Ridurre, tendenzialmente, le fattispecie che danno titolo all’incentivo (incrementandone gli importi) e la cui proliferazione, col passare degli anni, ha finito per penalizzare gli operatori, i quali per riscuotere gli stessi importi devono raggiungere molti più obiettivi (gli importi complessivi sono determinati a monte e vengo suddivisi per ciascuna fattispecie: più fattispecie si prevedono, meno vengono retribuite e diventa più complicato e faticoso percepire le stesse somme);
  •  Nel caso si giunga ad uno schema che miri a incentivare la presenza in servizio, per la UILPA PP vi è l’esigenza di ragionare su una “rivoluzione banale”: ossia, passare dal conteggio delle presenze (es. minimo 21) al conteggio delle assenze (es. massimo 5) non computando in esse tutte quelle già tradizionalmente individuate per le diverse fattispecie e aggiungendo in quelle già non computabili (da non conteggiare dunque come assenza) i riposi, anche per settimana corta, e i riposi recupero, il congedo ordinario e i riposi compensativi.

L’attuale sistema di conteggio penalizza da anni gli operatori più anziani, i quali fruiscono contrattualmente di un maggior numero di giornate di congedo ordinario, così come coloro che per esigenze di servizio non ne hanno goduto interamente gli anni precedenti e debbono fruirne nell’anno di riferimento.

Analoga situazione patiscono coloro che fruiscono di riposi compensativi a recupero di lavoro straordinario non retribuito (in contraddizione con coloro, per esempio, che godono della settimana corta e che fanno le cc.dd. lunghe di 12 ore, con recupero il giorno successivo).

Le sedi disagiate devono essere individuate attraverso un provvedimento a monte (DM/PCD), da concordare con il Sindacato, con una gradazione compiuta anche in funzione dell’effettivo disagio e dei costi di viaggio per raggiungerle (es. Favignana).

Infine, va codificato l’obbligo di fornire a ogni dipendente una distinta dettagliata circa le spettanze corrisposte, sia per le somme direttamente derivanti dall’Accordo nazionale sia per quelle scaturenti dalla contrattazione decentrata.

La DG del personale si è detta disponibile a recepire quanto osservato in ordine alle sedi disagiate e che, in attesa di un provvedimento che le definisca, la diversa gradazione del disagio verrà omogenizzata con quanto previsto dal PCD che regola la mobilità ordinaria.

A cura di Forze Italiane

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