ASSOCIAZIONE BENE COMUNE CALABRIA
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Oggetto: Comunicato stampa del 08.11.2018
FALSETTA (BENE COMUNE) SU CONCORSO BANDITO DA FERROVIE DELLA CALABRIA: “BASTA ALLE VITTIME DI UN SISTEMA CHE SOTTRAE PEZZI DI FUTURO”.
In molti, per anni, hanno sopportato gli scandali senza protestare più di tanto, ma alla fine, sono sempre loro, i cosiddetti “deboli”, le principali vittime di un sistema che continua a sottargli pezzi di futuro.
Tutto questo, oggi non è più eticamente tollerabile.
Il mio riferimento è all’ennesima ombra di una lunga serie, ossia il concorso bandito di recente dalla società di trasporto Ferrovie della Calabria.
Una prova di selezione che avrebbe dovuto incentrarsi prevalentemente (come è avvenuto nella maggior parte dei pubblici concorsi sino ad oggi banditi nell’ambito del trasporto pubblico), sul codice della strada e sulle tematiche strettamente correlate ai mezzi di trasporto, al fine di valutare l’attitudine dei candidati rispetto alle “sole” caratteristiche richieste dalla categoria dei posti messi a concorso.
Se poi consideriamo il fatto che tra i requisiti richiesti per la partecipazione al concorso figurava il semplice possesso di licenza di scuola media di 1°grado (inferiore), si denota una stonante contraddittorietà tra il sufficiente possesso di un basso titolo di studio e le materie oggetto delle prove previste dal bando di concorso.
Difatti, secondo la normativa vigente, la scelta del modello concorsuale deve tenere conto del livello e dell’ambito di competenza richiesto per le professionalità da reclutare.
Se poi ci si sofferma sulle dichiarazioni rilasciate dalla Direzione di Ferrovie della Calabria, secondo le quali “prima dell’immissione in servizio, come tutte le aziende del settore fanno, viene previsto un congruo periodo di ricognizione sulle linee automobilistiche al fine di acquisire conoscenza dei percorsi e dei mezzi”, si denota quel voler evidenziare che il concorso, comunque e alla fine, sarà incentrato sulla conoscenza dei mezzi, quanto invece lo stesso concorso avrebbe dovuto basarsi sulla conoscenza dei mezzi sin dall’inizio, ossia sin dalla prova preselettiva, anziché prevedere domande che nulla c’entrano con le mansioni di autista di linea, negando, in tal modo ai candidati, la possibilità di dimostrare la loro conoscenza dei mezzi di trasporto già nelle domande oggetto della prova preselettiva, anzichè doversi cimentare in “cultori di filosofia della logica e della matematica.”
Si legge ancora nella replica della Direzione aziendale della società: “il termine del 15 settembre 2018 non è stai mai prorogato. E’ stata solo differita l’effettuazione delle prove e con l’occasione si è deciso, a vantaggio della trasparenza e della condivisione, di pubblicare una banca dati con le 1600 domande a risposta multipla su cui studiare..”
La Direzione, in quest’ultimo passaggio, ha parlato, con riferimento alla pubblicazione della banca dati, di “occasione”, a vantaggio della trasparenza e della condivisione.
Ebbene, è noto, specie in materia di pubblici concorsi, che la trasparenza e la condivisione esigono regole, non occasioni!, nel senso che la pubblicazione di una banca dati non può essere rimessa ad una mera occasione.
E se pensiamo ancora ai sindacalisti che avrebbero dovuto rappresentare la naturale proiezione del loro ruolo rivolto alla negazione di ogni particolarità, e che amano invece volersi caratterizzare e distinguere per le assunzioni dei loro figli all’interno della stessa azienda.
Non possiamo più rimanere indifferenti dinanzi a tutto questo, nel senso che è giunto il momento di sostituirci, assumendo il ruolo di “arbitri” del sistema, a tutti quegli organi (politici, sindacati ecc.) che avrebbero dovuto mantenere alti i loro ruoli di garanti dell’ordine sociale.
Per questo, l’Associazione Bene Comune Calabria intraprenderà ogni azione che dovesse rivelarsi necessaria al fine di ottenere l’annullamento del concorso in questione, e pretendendo legittimamente che il nuovo concorso possa validamente rispecchiare l’autentico “modello concorsuale”.
Lo dobbiamo a quella generazione che spera ancora che la Calabria possa rinascere come “terra madre”, anziché morire in quanto figlia di uno scellerato sistema corporativo.
Avv. Filomena Falsetta
(Presidente Associazione Bene Comune Calabria)